DONNE IN CAMPO A PATUANELLI: IMPRENDITRICI CRUCIALI PER AGRICOLTURA DEL FUTURO
La presidente Terenzi scrive al Ministro, pronte a sfida transizione sostenibile
I temi dell’imprenditoria femminile, così come la visione del futuro che le donne dell’agricoltura veicolano nel loro prezioso lavoro quotidiano, sono cruciali per affrontare le prossime sfide, a partire da quella della transizione verde. Così la Presidente nazionale di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi, in una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli per presentare il lavoro dell’Associazione. In Italia sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è “rosa”. Un piccolo esercito con un ruolo prezioso per il settore e per il Paese -spiega Terenzi- perché legato strettamente a una visione multifunzionale e sostenibile dell’agricoltura, che coniuga la produzione di cibo con welfare, comunità, tutela di suolo e paesaggio, salvaguardia di risorse e biodiversità, innovazione. Negli ultimi anni, Donne in Campo si è molto adoperata per divulgare e far crescere l’interesse dei cittadini verso temi che riguardano il comparto, con eventi di interesse e spessore -ricorda la presidente- che hanno contribuito a gettare le basi per costruire la nuova agricoltura: la questione della biodiversità, sollevata già nel 2012 in un grande convegno a Firenze; il tema del paesaggio, affrontato nell’ambito della Festa dell’Agricoltura di Cia a Teramo nel 2013; la salute del suolo, approfondita in una iniziativa all’Orto Botanico di Roma nel 2016; la funzione dell’agricoltura nell’assorbimento di CO2 per la lotta ai cambiamenti climatici nel Congresso del 2018. Ora la grave crisi che stiamo attraversando -conclude Terenzi- impone una nuova idea di futuro e le donne possono essere un fattore trainante per tutto il settore, così come ribadito nella recente iniziativa con l’Istituto Cervi per il 70esimo anniversario della Riforma Agraria sul tema “Dalla riforma agraria all’agricoltura del futuro con le donne al centro”. Protagoniste di una nuova ricostruzione, che settant’anni dopo deve fronteggiare gli effetti del Covid e guardare alle sfide del Green Deal.
AGRICOLTURA: DONNE IN CAMPO-CIA, PUNTARE SU AGGREGAZIONE D'IMPRESA AL FEMMINILE
In audizione Comagri Camera l’intervento della presidente Terenzi. Si pensi a ruolo coadiuvante
Alle donne è riconosciuto un ruolo chiave in agricoltura. Da sempre protagoniste del cambiamento, saranno loro a guidare, senza dubbio, la transizione ecologica. La sfida che le attende richiede però, in questo momento storico, segnato anche dal Covid, una maggiore capacità di lavorare sulla rete d'impresa al femminile, puntando sulla diversificazione, ma anche su un riconoscimento, nuovo e diffuso, dei ritmi di vita delle donne. Questi i punti centrali dell’intervento di Pina Terenzi, presidente di Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, nel corso dell’audizione in Commissione Agricoltura della Camera svolta il 10 Marzo su agricoltura multifunzionale, promozione dell’imprenditoria e del lavoro femminile nel settore agricolo. “In particolare -ha dichiarato Pina Terenzi- perché il settore cresca, siamo proprio noi imprenditrici, già impegnate in agricoltura, a dover stimolare la costruzione di un contesto imprenditoriale in grado di accogliere sempre più donne di tutte le età. Al tempo stesso, è nostro impegno far comprendere e valere le reali e attuali esigenze del lavoro e dell'imprenditoria femminile in campo agricolo. Spesso va coniugato a quello di madre e di cura degli anziani, oltre che della famiglia, fuori dalle città, ma soprattutto in aree interne d’Italia, ancora carenti nei servizi essenziali”. “Riteniamo opportuno -ha precisato- ragionare per esempio sul ruolo della coadiuvante, farlo emergere e riconoscere a tutela di chi lo ha svolto per anni; inserire misure per facilitare l'offerta dei servizi di sostituzione per le imprese femminili; favorire le forme di aggregazione di prodotto, le reti d’impresa e lo sviluppo di economie circolari nei territori rurali”. “Strategica resta la via della multifunzionalità -ha poi aggiunto- che è frutto di creatività e ha aperto nuove prospettive per le imprese che hanno dovuto e voluto reinventarsi per offrirsi nuove opportunità e portarne anche al territorio in cui operano. Benissimo sostenerla e ampliarla, sarà però necessario -ha precisato- intervenire sulla nuova Pac e soprattutto sul Psn”. Infine, il passaggio sulle richieste al nuovo governo: “E’ urgente la costituzione di un Ufficio permanente presso il Mipaaf per la promozione del lavoro, dell’imprenditoria femminile e di un Osservatorio, utile per la produzione di dati certi e come guida per le donne interessate ad avviare un'azienda agricola. Non lasciamo che la nostra visione dell’agricoltura -ha concluso Pina Terenzi- resti un’utopia, rendiamola efficace e concreta. Va tutelato il benessere e la salute delle donne del settore, così come loro stesse hanno a cuore l’ambiente, il paesaggio, la biodiversità, la sostenibilità e il futuro green delle comunità in cui vivono e di tutto il pianeta”.
AGRINSIEME: IMPRENDITORIA AGRICOLA FEMMINILE TRAINO PER TRANSIZIONE SOSTENIBILE
Sostenerla costituendo un Ufficio permanente e un Osservatorio dedicato al Mipaaf
“Promuovere e valorizzare l’imprenditoria femminile in agricoltura significa sostenere lo sviluppo del Paese dal punto di vista produttivo, ma anche sociale e umano, dal momento che ancora molto resta da fare per raggiungere la parità e l’uguaglianza di genere. Le aziende femminili, inoltre, sono le più impegnate nella sicurezza alimentare, nel biologico, nella custodia della biodiversità, nella tutela del paesaggio e del territorio: in sostanza la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione sostenibile. Numeri alla mano, le imprenditrici agricole rappresentano il 31% del totale, con una percentuale che resiste alla crisi, mantenendosi costante dal 2010 e risultando superiore a quella degli altri settori produttivi”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione il 10 marzo in Commissione Agricoltura della Camera nell’ambito dell’esame della PdL sulla disciplina dell’agricoltura multifunzionale e la promozione dell’imprenditoria e del lavoro femminile nel settore agricolo. “Le imprenditrici agricole hanno naturale propensione all’innovazione e alla multifunzionalità e capacità di saper leggere i cambiamenti economici e sociali che caratterizzano il contesto rurale”, ha osservato il Coordinamento, suggerendo a tal proposito la costituzione di un Ufficio permanente al Mipaaf che, in accordo con gli enti preposti, si occupi espressamente di promuovere le competenze imprenditoriali delle donne. “Parallelamente -ha proseguito Agrinsieme- reiteriamo la richiesta di ricostituire un Osservatorio nazionale per l’imprenditoria e il lavoro femminile in agricoltura, così da poter contare su di uno specifico organismo che si occupi di valorizzare e salvaguardare il ruolo delle imprenditrici agricole nel settore primario, mettendo a disposizione innanzitutto dati certi, ma anche normative, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti e al credito, informazioni sulla pubblicazione di bandi, soluzioni per eventuali problemi procedurali e un punto di contatto con i competenti uffici delle regioni”. “E’ molto sentita, infatti, la necessità di avere politiche dedicate che promuovano le competenze imprenditoriali delle donne, garantendo al contempo una maggiore formazione professionale e l’istruzione continua, fornendo altresì una maggiore consulenza finanziaria finalizzata a un miglioramento della qualità e a uno sviluppo sostenibile delle aree rurali; tali esigenze dovranno tradursi in provvedimenti legislativi adeguati che gettino le basi delle linee di intervento delle future politiche di sviluppo rurale e strutturali”, ha concluso il coordinamento di Agrinsieme.
DONNE IN CAMPO E ANPI: INSIEME PER DEBELLARE GLI “AUTORITARISMI”
Il messaggio di Luana Tampieri, Vicepresidente nazionale intervenuta a meeting dell'Anpi -Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
“La Democrazia non è un bene acquisito per sempre ma richiede cure quotidiane.” E' questo il messaggio che Luana Tampieri, Vicepresidente Donne in Campo e giovane produttrice imolese ha portato a nome di Donne in Campo al meeting che l'Anpi ha organizzato nel mese di marzo per ascoltare la voce di soggetti e realtà diverse ma significative del nostro Paese. “Questo concetto - ha continuato Tampieri- racchiude l’essenza della sinergia tra le nostre associazioni che condividono un'idea di società costruita su solide fondamenta democratiche. D’altra parte la democrazia, esattamente come la terra e le colture agricole, ha bisogno di qualcuno che se ne prenda cura con costanza e chi può farlo meglio degli agricoltori? Agricoltori al plurale, indistintamente donne e uomini, perché il “prendersi cura” di qualcosa o qualcuno non deve essere appannaggio di un solo genere”. “Oggi voglio portare all’attenzione dell’Anpi – ha spiegato Luana Tampieri – un problema che colpisce da vicino le aziende agricole e in particolare quelle condotte da donne e da giovani: l'iniquità' della catena di formazione dei prezzi che troppo spesso non riconosce il giusto valore alla produzione dei prodotti agricoli. Un sistema che penalizza le colture stimandole al ribasso”. “E' necessario affermare oggi la necessità di riequilibrare questo sistema garantendo rendimenti economici più equi nella catena di approvvigionamento che possano garantire una produzione alimentare sostenibile, più sicurezza sul lavoro, la difesa della biodiversità e della ricchezza delle culture alimentari del nostro paese, il mantenimento e la coesistenza di più' modelli di agricoltura e soprattutto garantendo a giovani e donne di rimanere sul mercato”. Chiediamo all’Anpi e noi lo faremo insieme a lei – ha concluso la vicepresidente di Donne in Campo – di continuare a essere un punto di riferimento di tutte le “resistenze” silenziose e ancora poco riconosciute, mettendo al centro tutela della democrazia e della libertà di impresa, compreso il diritto di non subire autoritarismi sociali, economici e politici”.
CIA, AL VIA “DAL CAMPO ALLA TAVOLA” PRIMO E-COMMERCE DEGLI AGRICOLTORI ITALIANI. CON IL SOSTEGNO DI J. P. MORGAN
Supportare il Made in Italy in un momento di crisi per il Paese, agevolando la ripresa con la vendita diretta sul web dei prodotti agroalimentari e puntando sull’innovazione digitale delle aziende. E’ questo l’obiettivo della piattaforma dalcampoallatavola.it, il primo e-commerce che vede protagonisti gli agricoltori italiani su tutto il territorio nazionale. Nata dallo sforzo congiunto tra Cia-Agricoltori Italiani e J.P.Morgan, vuole mettere a disposizione delle imprese agricole uno strumento agile, intuitivo ed efficace, che dia un forte impulso al mercato agroalimentare, dopo lo scossa provocata dall’emergenza Covid. Le performance delle aziende agricole hanno, infatti, risentito degli effetti della pandemia, con una flessione del 3,8% del valore aggiunto nel 2020. Da qualche anno, la presenza dei produttori sul web risponde alle nuove esigenze del consumatore, sempre più incline a instaurare una relazione digitale con le aziende, che diventi vantaggiosa per entrambi. Il trend è stato, poi, molto rafforzato dall’esperienza del lockdown, che ha consolidato la maggior propensione alla spesa via internet. Nel 2020 si è, infatti, registrato un incremento del +134% dell’acquisto di generi alimentari online, con picchi del +300% tra marzo-aprile e del +183% nelle feste natalizie, mentre si prevede un trend del +62% nel complesso del 2021. Da una survey sul target 18-65, il 95% incrementerà lo shopping di cibo su web (dati Nomisma). L’utilizzo delle piattaforme di e-commerce è diventato anche trasversale a livello generazionale, alla luce dei mutamenti negli stili di vita (7 milioni di smart worker durante il lockdown, DAD e spesa per i genitori più anziani ordinata sul web da parenti più hi-tech). Il portale, ricco di informazioni, servizi e possibilità di navigazione, vuole rendere semplice l’esperienza di acquisto delle eccellenze del Made in Italy -vino, olio, legumi, farine, conserve, ortofrutta, pasta artigianale, salumi e formaggi- anche grazie a blog, ricette, note culturali e racconti sulle nostre tradizioni alimentari. Sarà, inoltre, presente una sezione per il prodotto fresco attraverso un sistema di geo-localizzazione, che mette in contatto diretto l’acquirente con i venditori a lui più vicini. Protagoniste degli incontri informativi/formativi che si sono già’ svolti in Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Sardegna e Sicilia, le associazioni Cia Agricoltura è Vita, Agia, Donne in Campo, la Spesa in Campagna e Turismo Verde. Prossima tappa il Lazio.
DONNE IN CAMPO TOSCANA: CONVEGNO ONLINE PER IL PROGETTO NURTURE
Nuove opportunità per l’agricoltura femminile. Donne in Campo: «Servono più servizi e investimenti per il welfare»
Nuovi strumenti e più risorse per l’imprenditoria femminile in agricoltura. Poco ‘peso’ ancora oggi per le donne dell’agricoltura italiana, seppur il comparto agricolo in Italia sia fra i più rosa d’Europa, con il 28.28 per cento del totale degli imprenditori e con circa 210 mila aziende agricole condotte da donne. E’ in sintesi quanto è emerso nell’incontro online svolto il 12 marzo scorso per la presentazione del Progetto Europeo Nurture, dedicato all’imprenditorialità femminile nel settore agro-alimentare, organizzato da Cia e Donne in Campo Toscana. Una ampia partecipazione fra imprenditrici agricole, tecnici consulenti, rappresentanti delle istituzioni. E’ stato un importante momento di riflessione e confronto sul valore dell’imprenditorialità femminile in agricoltura e in generale nel settore agroalimentare, ma si è anche parlato delle problematiche e delle opportunità legate al lavoro delle donne in questo settore. «E’ necessario promuovere una maggiore “femminilizzazione” del settore – ha sottolineato Monica Bettollini, presidente Donne in Campo Toscana -, riservare risorse alle imprenditrici agricole, investire di più nel welfare nelle aree rurali, a partire dai servizi socio sanitari, alle scuole, ai servizi alla maternità». Nel suo intervento di saluto, il direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci ha ribadito l’impegno della Confederazione nel promuovere e sostenere l’imprenditorialità delle donne in agricoltura. Dopo la presentazione del progetto da parte del capofila (il Galway-Mayo Institute of Technology dell’Irlanda) e l’illustrazione degli obiettivi principali, con l’obiettivo di supportare la crescita delle imprenditrici del settore agro-alimentare – attraverso un percorso formativo basato sul coinvolgimento diretto di altre imprenditrici portatrici delle proprie esperienze - sono intervenute le altre partner del progetto: del BETI della Lituania, del CPIP della Romania, del PFA della Polonia e della Cia Toscana. Fra gli interventi quello di Alessandra Nardini, assessore alle Politiche di Genere della RT, l’onorevole Susanna Cenni; Pina Terenzi, presidente di Donne in Campo e Monica Bettollini, presidente Donne in Campo Toscana. Al centro del dibattito, la capacità delle donne di fare rete e la necessità sempre più impellente -, così come sottolineato da Pina Terenzi -, di lavorare sulla rete d’impresa al femminile, all’opportunità, per le donne imprenditrici, di assumere un ruolo da protagoniste nella transizione ecologica. Quindi la necessità di nuovi sostegni finanziari per le donne e le difficoltà di accedere al credito e ai finanziamenti, anche per l’eccessiva burocrazia, che scoraggia le imprenditrici. Fra i temi anche la promozione dell’imprenditorialità femminile nel programma Next Generation UE. Un aggiornamento su quanto si sta muovendo a livello nazionale e a proposito delle consultazioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), lo ha dato Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, che ha inoltre evidenziato un giudizio molto positivo al confronto con l’associazionismo e con l’Associazione Donne in Campo, affermando che le imprenditrici agricole possono dare un contributo importante e concreto in termini di innovazione e di promozione della sostenibilità.
CIA MARCHE- RETE CANAPA: CREAZIONE DI FILIERE MULTIFUNZIONALI PER LA VALORIZZAZIONE DELLA COLTURA DELLA CANAPA NELLE MARCHE.
8 APRILE 2021 - La Regione Marche, tramite i fondi del Piano di Sviluppo Rurale, ha finanziato con circa 400 mila euro un innovativo progetto proposto da un partenariato di soggetti pubblici e privati volto alla piena valorizzazione della csnsps prt un suo utilizzo no-food, oltre che per quello alimentare. Nell’ambito del progetto RECAGRI - acronimo che sta per Rete Canapa Agricola – al quale partecipano l’Azienda agricola Trionfi Honorati di Jesi come soggetto capofila - l'Università Politecnica delle Marche, l’Università di Camerino, le aziende dei settori produttivi interessati, la Confederazione Italiana Agricoltori, l’Enea e i Comuni di Fabriano e Jesi, è stato organizzato il convegno, promosso dalla CIA Provinciale di Ancona, sul tema: “Rete Canapa: creazione di filiere multifunzionali per la valorizzazione della coltura della canapa nelle Marche”. Il convegno si è svolto giovedì 8 aprile 2021 alle ore 16.30 in Videoconferenza.
8 MARZO: CIA, AZIENDE AGRICOLE FEMMINILI IN CRISI. FAVORIRE IL CREDITO
Donne in Campo chiede di favorire l’accesso alla terra e finanziamenti per la costruzione di filiere sostenibili nei territori. Rendere stabile il ‘Bonus Donne in Campo’
Soffrono la crisi causata dalla pandemia e, in un anno, sono passate da quota 210.402 mila a 207.991. Sono le aziende a conduzione femminile registrate per il 2020 da Unioncamere, con un calo di 2.411 imprese, l’1,15%. A evidenziare il quadro della situazione è Donne in Campo che sottolinea quanto queste aziende siano, in realtà, le più impegnate nella sicurezza alimentare e nel biologico, nella custodia e nella valorizzazione della biodiversità nella tutela del paesaggio e del territorio. In sostanza -precisa Donne in Campo-Cia- la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione ecologica e sostenibile. “E' necessario sostenere queste imprese, impegnate a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale -afferma la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi-. Serve, quindi, rendere stabile il Bonus Donne in Campo e in generale rafforzare gli strumenti di credito, ma anche favorire l'accesso alla terra da parte delle donne che, a tutte le età, e a volte dopo la crescita dei figli, desiderano impegnarsi in agricoltura”. “Ci aspettiamo molto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -aggiunge Terenzi-. Come Donne in Campo, chiediamo che parte delle risorse del Recovery vengano utilizzate per finanziare, sostenere e diffondere le esperienze di cui alcune già avviate, come la costruzione di filiere sostenibili, la produzione di fibre vegetali per tessuti e piante tintoree per le colorazioni naturali, ma anche finanziando progetti di ricerca per lo studio di nuove fibre vegetali per bioplastiche ed altri materiali. E ancora, occorre avviare un reale incremento della produzione di erbe officinali per erboristeria e industria farmaceutica e lavorare per costruire vera aggregazioni di prodotto”. “Inoltre -continua Terenzi- chiediamo di impegnare le nostre aziende a incrementare l’assorbimento di CO2 nella biomassa vegetale e nel suolo, nella produzione di energie rinnovabili per autoconsumo e produzione energetica. E’ poi necessaria la formazione per il settore vivaistico sul recupero della biodiversità, come anche progetti di rigenerazione del suolo. In particolare, la formazione sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico, è una leva economica cruciale, insieme al rilancio delle reti di imprese e cooperazione”. “Il Recovery Plan -conclude, infine, la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- dovrà impegnare risorse anche per migliorare i servizi nelle aree rurali, garantendo i presidi sanitari, ma anche rilanciando la rete dei Consultori familiari che hanno svolto un ruolo strategico nei territori a sostegno delle donne e della famiglia, garantendo e sostenendo anche il diritto delle stesse alla maternità”.
VENETO - 8 MARZO: ACCENDIAMO I RIFLETTORI SULL’IMPRENDITORIA AGRICOLA FEMMINILE
Cia Veneto e Donne in Campo Veneto: «Trecento aziende “rosa” sparite nell’anno della pandemia, occorrono misure di sostegno”
Duecentonovantadue. È il numero di aziende agricole femminili scomparse in Veneto nell’anno della pandemia. Il 2% in meno, secondo i dati dalla Camera di Commercio di Vicenza per tutta la regione, con una regressione da 14.403 a 14.111. unità. Alla questione dell’imprenditoria agricola femminile è dedicato l’8 marzo della Cia, che per l’occasione ha messo attorno a un tavolo il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini, la presidente di Donne in Campo Veneto (l’associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura) Michela Brogliato e l’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, che ha le deleghe al Lavoro e alle Pari Opportunità. «L’8 marzo della Cia lo abbiamo voluto dedicare alle donne che lavorano in campagna. Sono tante (in Veneto più di una su 5, esattamente il 22,8% del totale delle aziende agricole, che sono poco più di 62mila) e si distinguono non solo per l’attenzione con cui conducono le proprie aziende, ma anche per l’impegno a tramandare le culture locali alle nuove generazioni. Le aziende agricole al femminile sono le più propense alla diversificazione delle attività a integrazione del reddito, quella che in Cia chiamiamo multifunzionalità. Lo fanno attraverso le fattorie didattiche, attraverso l’accoglienza degli anziani, dei disabili e degli emarginati, delle donne in difficoltà a difendere l’agricoltura di montagna. Le donne in campo sono impegnate a costruire asili nelle aziende dove insegnare ai bambini il valore dell’agricoltura e dell'ambiente e ad offrire catering agricoli alle vicine città». I dati sulle chiusure delle attività tra la fine del 2019 e la fine del 2020 dimostrano che il sistema ha sostanzialmente retto, ma ha pagato un prezzo salato. «Non c‘è provincia del Veneto – confermano Passarini e Brogliato – che non chiuda il 2020 con il segno meno: Belluno -2%, Padova -3,2%, Rovigo -4,6%, Treviso -1,1%, Venezia -2,9%, Verona -1,3%, Vicenza -1,1%, per una media regionale appunto del -2%. Il dato è più alto anche rispetto alla media italiana (dove si registra un saldo negativo dell’1,2%)». Un piccolissimo segnale di speranza è costituito dalle imprese agricole femminili giovanili, cioè con conduttori under 40. «Tra il 2019 e il 2020 il saldo è positivo, anche se si tratta di una manciata di aziende (+1,2%). Preoccupa però che in alcune province come Rovigo (-6,5%) e Venezia (-4,4%) il calo sia consistente. È una ipoteca negativa sul futuro il fatto che si arrendano anche le imprenditrici giovani». Una giornata dunque dedicata alla riflessione su un asset strategico dell’agricoltura. «Non si tratta di quote rosa o di opportunità: ma come in tutti i settori, le donne hanno dovuto sopportare un peso maggiore durante la pandemia, dovendo occuparsi della casa, dei figli e del lavoro senza che venisse loro garantito un adeguato supporto». Il governo ha confermato per il 2021 uno stanziamento di 15 milioni di euro per la concessione di mutui a tasso zero, fino a 300 mila euro e della durata massima di quindici anni, per iniziative volte allo sviluppo e al consolidamento di aziende agricole condotte da imprenditrici attraverso investimenti nel settore agricolo, nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. «Una misura importante – ha confermato la presidente Brogliato – ma che fatica a trovare applicazione, come vediamo per le pratiche legate allo stanziamento del 2020».
8 MARZO BASILICATA: 4 STORIE DI IMPRENDITRICI DI AZIENDE AGRICOLE E ALIMENTARI
8 marzo, Cia Basilicata: quattro storie di imprenditrici di aziende agricole e alimentari. Di seguito la nota integrale.
Le aziende agricole e alimentari al femminile sono le più impegnate nella sicurezza alimentare e nel biologico, nella custodia e nella valorizzazione della biodiversità. Sono sostenitrici della tutela del paesaggio e del territorio. A sottolinearlo Donne in Campo-Cia indicandole come la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione ecologica e sostenibile.
In occasione dell’8 marzo quattro storie di imprenditrici.
Leonarda (Dina) Tandulli – Con la sorella Angela ha realizzato un’impresa che ha ottenuto un prestigioso riconoscimento nello scorso anno il Premio IWEC dalla Fondazione internazionale senza scopo di lucro che aiuta le imprese di proprietà femminile a connettersi e crescere e l’ha selezionata insieme ad altre 40 imprese femminili di tutto il mondo. Il frantoio “Oroverde lucano” nasce nel 2002 – spiega Tantulli – con la sfida di produrre e commercializzare olio extravergine di oliva e olive al forno di varietà Majatica, tipica delle colline di Ferrandina, riproponendone la valorizzazione ad oltre 100 anni dalla sua comparsa alla Fiera Mondiale di New York. L’obiettivo: offrire al consumatore moderno, sempre più alla ricerca di maggior gratificazione personale, un prodotto di qualità che contrasti con la crescente omologazione degli stili di vita e dei consumi alimentari. Alla sfida si aggiungono altre sfide a partire dai mercati. L’azienda raggiunge gli Usa con difficoltà per gli effetti della pandemia che – sottolinea Tandulli – ci auguriamo di superare quanto più rapidamente possibile. Poi c’è la sfida dell’annata negativa come l’attuale con un calo di produzione sino all’80% ma la nostra resistenza è tenace. Le olive utilizzate per la produzione del nostro olio extravergine provengono dalle nostre tenute e dall’acquisto da produttori della zona. Le varietà di olivo presenti all’interno della nostra tenuta e nelle zone limitrofe sono la “Majatica” , la “Oliarola”, la “Coratina” e la “Leccina”.
Franca Alagia – A Moliterno “La sosta dei golosi – da Franca” è una sosta obbligata lunga la Via Herculia, il cammino dei sapori che attraversa la Basilicata da Nord a Sud. Dal 2003 Franca si occupa di trasformazione dei salumi con le specialità della casa salsiccia e soppressata. Nonostante le mille difficoltà – dice – non sono affatto pentita della scelta che tornerei a fare. Un’attività che mi gratifica specie per una clientela affezionata ai sapori. La pandemia ci ha penalizzati fortemente per l’assenza di turisti e comunque persone che venivano in Val d’Agri per godersi i nostri prodotti e il territorio. Ci siamo organizzati con le spedizioni per non far mancare i salumi sulle tavole degli italiani. L'itinerario enogastronomico segue l’antica via che collegava Roma alla Basilicata, costruita per far arrivare cibi e vini tipici lucani nei mercati di tutta Italia. Il percorso si snoda lungo un territorio ricco di eccellenze gastronomiche e buon vino, ricette genuine, sapori forti e 3 zone vinicole DOC. Per gli amanti dei sapori forti e tradizionali, questo cammino dei sapori della Basilicata è la meta ideale. Qui i produttori come Franca sono stati capaci di conservare una lavorazione artigianale dei cibi e della vite e al tempo stesso rivisitare i sapori, creando delle vere e proprie eccellenze del gusto.
Giusy Doronzio – La storia del Museo dell’Olio di Colobraro è quella di una donna con la laurea in tasca – Giusy Doronzio -che ha deciso di lasciare la frenesia della vita cittadina per tornare in Basilicata portando con se’ un bagaglio di conoscenze sul tema della ricettività turistica, della sostenibilità e del marketing ma con tante cose nuove da imparare dalla natura e dalla terra. Con determinazione e fantasia, è stata creata una società agricola multifunzionale a gestione familiare che ha come macroattrattore il Museo dell’olio e le sue attività culturali, finalizzate alla diffusione di una corretta cultura dell’olio extra vergine di oliva. I servizi di ristorazione e pernottamento proposti, cercano di rispondere al bisogno della società di cibo genuino, prodotto con pratiche rispettose dell’ambiente, di servizi alla persona, di attenzione alla tutela delle tradizioni e delle biodiversità locali. Fondamentale per noi – sottolinea Doronzio – è fare vivere un’esperienza inclusiva ai nostri ospiti perché siamo profondamente convinte che il piacere di ospitare e di vedere il mondo passare, una persona per volta, arricchisce come viaggiare. Queste le azioni di resilienza messe in campo per contrastare gli effetti negativi della crisi che stiamo vivendo a causa della pandemia, sono volte a rendere l’agricoltura più umanistica e sostenibile, perché le donne concepiscono l’azienda non solo come una fonte di reddito ma come uno stile di vita.
Matilde Iungano – Matilde Iungano, terza generazione alla guida di una realtà nata nel 1938, una storica azienda agricola di Forenza, ha realizzato il suo sogno: produrre una pasta con il suo nome. Dopo anni in cui le attività prevalenti erano la coltivazione di cereali e l’allevamento di bestiame, oggi l’azienda gestisce annualmente circa 4.000 quintali di grano e 100 quintali di semola destinati alla trasformazione industriale. “Ho sempre avuto il desiderio di produrre per trasformare, così quando mi è stato affidato il testimone non ho perso un attimo e abbiamo realizzato la pasta di grano duro”. La Pasta Iungano è certificata “Me.No”, un marchio ideato nell’ambito del Consorzio nazionale Metodo Nobile®: “L’acronimo Me.No. descrive il principio generale a cui si ispirano gli aderenti al Consorzio – ci spiega Matilde – che si sintetizza nel motto ‘produrre meno per produrre meglio’. Un approccio che garantisce la salvaguardia dei sapori, degli odori, della salubrità dei prodotti e il rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore”. Matilde adesso pensa a tante novità di prodotto, tutte all’insegna della genuinità, della semplicità e della produzione bio. Il catalogo della storica azienda di Forenza, nel nord della Basilicata, sarà arricchito da diverse nuove proposte: erbe aromatiche, passata di pomodoro, confetture per i formaggi, mosto cotto di uva aglianico del Vulture, peperone crusco fritto e secco e farina in busta da grani antichi della zona. Un assortimento ampio e variegato, che non transige in fatto “salubrità e sapore”. “Mi riferisco al sapore perduto degli alimenti. La garanzia di biologico non deve far venir meno o trascurare il sapore autentico. Il metodo che adottiamo mira, a costo di ridurre la produzione, a proporre prodotti biologici e saporiti”.
“E’ necessario sostenere queste imprese, impegnate a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale -afferma la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi-. Serve, quindi, rendere stabile il Bonus Donne in Campo e in generale rafforzare gli strumenti di credito, ma anche favorire l’accesso alla terra da parte delle donne che, a tutte le età, e a volte dopo la crescita dei figli, desiderano impegnarsi in agricoltura”. “Ci aspettiamo molto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -aggiunge Terenzi”.
DONNE IN CAMPO LIGURIA, MOSTRA AD ALBENGA SULLA STORIA DEL LAVORO FEMMINILE
In occasione dell'8 marzo, e per tutto il mese, i negozi di viale Martiri della Libertà di Albenga hanno esposto nelle loro vetrine le foto facenti parte della mostra "La fatica delle donne" realizzata dalle Donne in Campo della Cia. Le immagini offrono uno spaccato della storia del lavoro al femminile, tra gli anni 30 e 70 del secolo scorso, anni in cui le balie, con le loro divise, portavano i bambini ai giardini pubblici, anni in cui nelle fabbriche la mano d'opera femminile era prevalente se non esclusiva. Le donne da sempre "scendono in campo" per portare il loro contributo con la manualità, la conoscenza e con la fatica e da sempre partecipano all'evoluzione sociale e della famiglia. Ha affermato l'assessore Marta Gaia: "L'8 marzo è una ricorrenza che riporta alle battaglie compiute dalle donne, fin dai primi anni del '900, per la conquista dei propri diritti: suffragio universale, diritti sul posto di lavoro, parità di genere".
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DONNE IN CAMPO TRENTINO: E’ ONLINE IL NUOVO SITO WEB
L’8 marzo, in occasione delle giornata internazionale della donna, Donne in campo Trentino lancia online il suo nuovo sito internet: http://trentino.donneincampo.it/ : un bellissimo spazio dove conoscere il loro mondo, le aziende, fotografie e le numerose attività organizzate dalle Donne in Campo trentine (le Scampagnate in fattoria, le fiere, i laboratori didattici e tanto altro). Donne in Campo Trentino, si legge, e' una Associazione di donne dell’agricoltura, a tutto tondo. "Collaboriamo, ci scambiamo conoscenze, promuoviamo il nostro lavoro e i prodotti delle nostre terre, creiamo occasioni di incontro e apprendimento per tutti quelli che vogliono avvicinarsi al nostro mondo, apriamo le porte delle nostre aziende agricole, ci facciamo conoscere… La campagna è vita, per tutti. La terra ci nutre, è casa, si prende cura di noi. Noi le siamo grate per questo, e ci impegniamo a tutelarla"!
DONNE IN CAMPO TRENTINO: LUIGINA SPERI E LO YOGA CONTADINO.
Una filosofia e uno stile di vita che l’insegnante dell’antica disciplina orientale ha applicato alla sua azienda agricola ai margini dei boschi sopra Trambileno, dove ha aperto anche una agri-colonia
La signora Luigina Marcella Speri si avvicina ai 70 anni ma è ancora un vulcano di idee e di entusiasmo. La sua vita in mezzo alla natura si è completata con il trasferimento dell’abitazione nel maso, a Foianeghe di Isera, avvenuta alcuni anni fa, dopo aver reso abitabile un vecchio rudere. Una piccola azienda con una importantissima sorgente di acqua, dove coltiva piante officinali, ortaggi di stagione, piccoli frutti e allega poche capre, galline ovaiole e pecore. Ha scelto un modello di sviluppo delle varie colture che fosse il meno invasivo possibile, mantenendo con la natura un contatto quotidiano. Lei ha inventato lo yoga contadino: “Fare la contadina - spiega Luigina - significa essere consapevole che il mio operare non deve danneggiare la nostra “madre terra”, ed ogni essere che vive in essa”. “Io sono convinta - precisa la signora Speri – che lo yoga è uno stile di vita che concilia con una vita sana e rispettosa a cui tutti dovrebbero aspirare. Essere contadina significa rispettare colei che ci nutre e ci accoglie alla fine del nostro percorso: la Madre Terra”. Di fatto questa filosofia di vita Speri l’ha applicata alla sua vita quotidiano ed alle attività che svolge. Per integrare il reddito ha creato inoltre un agri-colonia: d’estate accoglie gruppi di bambini ai quali insegna pratiche agricole e cerca di trasmettere i valori della tradizione contadina, nel rispetto degli animali e più in generale della biodiversità.
DONNE IN CAMPO EMILIA ROMAGNA: TORNA IL PROGETTO “TECHNORAGAZZE” DEDICATO ALLA LEADERSHIP FEMMINILE
Luana Tampieri, presidente regionale dell’associazione, ha incontrato gli studenti delle classi 4 e 5 dell’Istituto IP Cassiano di Imola per discutere di gender gap in ambito lavorativo.
Imola, 24 aprile. Quale peso ha il gap di genere nella scelta della professione? Esistono ancora lavori considerati “più adatti” a un genere piuttosto che ad un altro? Sono queste le domande alle quali hanno cercato di rispondere Luana Tampieri, presidente regionale di Cia-Donne in Campo Emilia-Romagna e imprenditrice agricola imolese e Angela Valdrè, che dirige uno studio di progettazione, nel corso dell’incontro con gli studenti dell'Istituto Cassiano di Imola. L’iniziativa è stato organizzata nell’ambito del progetto Technoragazze, che punta ad analizzare la situazione delle donne nel mondo di lavoro ed è coordinato dalla prof.sa Milena Melandri. Una situazione che certamente ha subito notevoli evoluzioni, ma che non prevede ancora quella totale parità tanto auspicata, dalle donne, come ha spiegato Luana Tampieri. “Ai ragazzi ho raccontato la mia scelta di lavorare nel settore agricolo, le tante soddisfazioni ma anche le difficoltà incontrate lungo il mio percorso. Fino a non molto tempo fa, infatti, esisteva ancora una “mentalità”, che potrei definire tranquillamente patriarcale, che si basava su una logica tanto semplice quanto sbagliata: alcuni lavori sono più adatti a un genere piuttosto che a un altro. E parlo anche del mio settore, che per molti anni ha avuto una connotazione molto maschile e nel quale le donne hanno sempre faticato a inserirsi come titolari di aziende, solitamente intestate a padri o mariti. Adesso le cose stanno finalmente cambiando e non in maniera spontanea, ma grazie all’impegno di una leadership femminile in ascesa e all’aumento esponenziale delle aziende condotte direttamente da donne. Alle Thecnoragazze che ho incontrato – ha concluso Luana Tampieri - e che devono scegliere la loro strada ho detto: le difficoltà e le disparità ci sono ancora, ma non per questo bisogna accantonare aspirazioni e inclinazioni personali e adeguarsi a una società che prevede ancora diseguaglianze di genere in ambito professionale e non solo. Perché, come sanno bene le Donne in Campo che ho l’onore di rappresentare ogni giorno, la parità sui luoghi di lavoro è una conquista quotidiana che non si può istituire per legge, ma nasce da un radicale cambiamento della nostra società”.
ASSEMBLEA ANNUALE DONNE IN CAMPO TRENTINO
Si e' svolta il 23 Febbraio in modalita' webinar l'assemblea annuale delle donne in campo Trentino di cui pubblichiamo questo resoconto: "Eccoci qua, come sempre dopo l’inverno, a immaginare l’anno che verrà. L’assemblea programmatica annuale per noi è sempre un bellissimo momento: ci ritroviamo con la voglia di rivederci e stare insieme, raccontarci le ultime novità… ma soprattutto con l’entusiasmo per nuove idee e eventi da organizzare. Purtroppo quest’anno ci siamo potute trovare solo virtualmente: nessun abbraccio, senza l’energia del cerchio che sempre creiamo una accanto all’altra… Ma, ragazze, che calore! Che sorrisi! Che occhi gioiosi nel vederci tutte, ancora e nonostante tutto, con la voglia di costruire insieme, di fare, di condividere!! E’ stata un’assemblea anomala, ma certamente indimenticabile. Ci siamo confrontate come forse mai avevamo fatto prima. Ci siamo confidate, sfogate, date coraggio a vicenda. Inutile nasconderlo: è un momento duro, per tutte, su tutti i fronti. Famiglie che non si vedono da mesi, aziende in crisi profonda, conti che non tornano, e un futuro che dire incerto è eufemistico. Ma la forza e il coraggio che sempre ci caratterizzano, l’ottimismo, la caparbia volontà di vedere – e realizzare – sempre e comunque un domani migliore, sono caratteri profondamente radicati nei nostri geni. #noinonciarrendiamo non è solo uno slogan: è un dato di fatto! Cosa abbiamo pensato di fare quest’anno, dunque? Lo scoprirete… seguendoci"
Istat: il 7° CENSIMENTO GUARDA ALLE DONNE COME PROTAGONISTE DI INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA'
Entro il 31 maggio la presentazione delle domande al Premio “Donne e sostenibilità”
“Spinta innovatrice, sguardo al futuro, attenzione ai dettagli e forte senso di appartenenza: donne che diventano custodi del territorio, capaci di proteggerlo e favorire al tempo stesso lo sviluppo delle eccellenze locali”. E' l'incipit del Premio “Donne e sostenibilità” che l'Istat ha lanciato l'8 marzo scorso in occasione del 7° Censimento generale dell’Agricoltura, per costruire un racconto collettivo fatto di storie e progetti dedicati al green. In Italia infatti, si legge nel sito del Censimento, sono soprattutto le lavoratrici del settore - impegnate sul campo ogni giorno in difesa dell’ambiente - a puntare sempre più alla sostenibilità. E quindi fertilità del suolo, tutela delle risorse idriche e dell'equilibrio idrogeologico, salvaguardia della biodiversità degli habitat circostanti, salute e benessere degli animali, promozione di filiere corte, efficientamento energetico con l’utilizzo di fonti rinnovabili, orientamento all’innovazione e agricoltura multifunzionale sono gli ambiti in cui si chiede alle donne di raccontare la propria attivita' quotidiana.
Per candidarsi occorre compilare il form d'iscrizione entro il prossimo 31 maggio e inviare il materiale richiesto: breve video storia, breve abstract e foto. I video saranno pubblicati sul sito dell'Istat e votati dagli utenti. La migliore video storia riceverà, all'interno di un evento, il Premio Donne e Sostenibilità. La vincitrice avrà uno spazio dedicato sul sito ufficiale del Censimento e la sua storia verrà pubblicata su tutti i canali social dell'Istat. Sarà inoltre protagonista di un'intervista che sarà pubblicata su una prestigiosa rivista con diffusione nazionale.
Questo il link al sito sul contest "Donne e Sostenibilità"