Incontro Donne in Campo e Cia Emilia Romagna
Venerdì 31 marzo c.a. a Cervia (RA) presso l’agriturismo “le Ghiaine” ANP, Donne in Campo e Cia Emilia Romagna hanno promosso un incontro sul tema: “Donne in agricoltura ieri e oggi tra famiglia ed impresa: esperienze a confronto”.
Erano presenti all’incontro Carlo Prudente, Presidente ANP Emilia Romagna, congiuntamente alla Presidenza Anp regionale, Rosanna Contri, Vice-Presidente nazionale Donne in Campo, Maria Luisa Bargossi, Responsabile dell’Area Servizio Territorio Rurale della Regione Emilia Romagna, Mara Biguzzi, Direttore Cia Emilia Romagna.
Ha aperto i lavori Franca Gordini, Responsabile della Sezione Femminile dell’ANP Emilia Romagna, che ha illustrato con passione e competenza il percorso sociale di affermazione delle donne in Italia dalla fine della seconda Guerra Mondiale ad oggi: nella relazione introduttiva ha evidenziato i diversi ruoli che riveste la donna oltre ad essere lavoratrice e cioè: madre, moglie, nonna, figlia, con il compito centrale di crescere e sostenere la famiglia, dove spesso la carenza dei servizi nelle aree rurali porta a vivere una sorta di esclusione sociale. Ha quindi ricordato la necessità di una politica sociale più attenta e migliorativa nel lungo termine a sostegno sia degli anziani non più autosufficienti ma anche di tutti gli anziani che possono dare ancora un contributo allo sviluppo di una società civile. Ha auspicato una nuova collaborazione tra le generazioni presenti in agricoltura per l’avvio di un processo collaborativo. Ha infine ritenuto utile sottolineare come le Istituzioni tutte devono tenere conto che esiste un specifico femminile per cui dovranno avere un occhio di riguardo per l’implementazione dei servizi alla popolazione e sostenere, come nuove opportunità economiche ed occupazionali, le attività svolte quotidianamente dalle donne come l’accoglienza, la cura l’assistenza, lavorazioni dei prodotti artigianali. Ha concluso il suo intervento auspicando nuove iniziative, nuovi confronti per promuovere e proporre progetti che intendano rilanciare alcune attività economiche, accompagnando un nuovo rapporto giovani anziani.
Maria Luisa Bargossi ha ricordato anche che le imprenditrici agricole possono svolgere una funzione significativa nella tutela e nella valorizzazione delle produzioni locali, che hanno nella qualità e nella tipicità le loro prerogative essenziali. La stessa vendita diretta di prodotti da parte delle agricoltrici (sempre più diffusa e capillare), oltre a dare impulso al fattore della territorialità, permette di avere un rapporto sempre più stretto tra agricoltura e consumatori. Ha inoltre posto l’accento che le donne in agricoltura guardano all’impresa con sempre maggiore attenzione, puntando sulla qualità e sulla tipicità dei prodotti legati al territorio. Non solo. Operano per centrare l’obiettivo di una crescente competitività del settore, non tralasciando l’innovazione che costituisce uno degli strumenti fondamentali per crescere e svilupparsi nel contesto della società e del sistema economico.
Con riferimento al Programma di sviluppo rurale della Regione, attualmente in fase di definizione, ha rilevato che devono raccogliere il protagonismo, la domanda e l’esigenza di crescita delle donne dell’agricoltura, che nella multifunzionalità hanno individuato una delle chiavi più promettenti del successo. Perché lo sviluppo rurale sia un’opportunità e non un rischio per l’agricoltura, ha sottolineato bargossi, occorre vi sia una grande informazione sulle opportunità che si offrono e che le donne possano essere parte autorevole dei tavoli di partenariato locale. Le donne, con le innumerevoli esperienze avviate di multifunzionalità, esprimono una sintesi forte di innovazione, sviluppo, crescita e tenuta dell’occupazione, salvaguardia dell’ambiente e del territorio rurale e devono poter continuare ad esserlo a livelli più alti e con prospettive più certe.
Mara Biguzzi ha evidenziato che le donne rappresentano una realtà importante dell’agricoltura italiana e il loro ruolo di imprenditrici, vista anche la crescita registrata negli ultimi anni (circa 300 mila sono le imprese agricole condotte da donne, più del 27 cento del totale), è fondamentale per lo sviluppo del settore e per la sua competitività sui mercati. Il fatto che attualmente un’azienda agricola su tre sia condotta da donne è un aspetto di grande importanza e significa che le imprenditrici possono dare un contributo concreto e fattivo ad un’agricoltura che si trova alle prese con una preoccupante crisi strutturale e che, quindi, ha bisogno di una reale politica di sviluppo, di nuove energie e capacità imprenditoriali. Ed è proprio l’agricoltura –ha ancora rilevato Mara Biguzzi- a registrare la presenza più massiccia, subito dopo il commercio, di imprenditrici. Ciò vuol dire che il settore, e soprattutto la sua multifunzionalità, trova nelle donne una efficace rispondenza. E ciò si riscontra in particolare nella crescita costante nello svolgere attività innovative, come ad esempio nell’agriturismo, le cui imprese per il 35 per cento del totale sono condotte da imprenditrici. Aumenti importanti si registrano anche nel settore biologico, nelle produzioni di “nicchia” Dop e Igp, nell’ortofrutta e nella vitivinicoltura”.
Rosanna Contri ha segnalato alcune indicazioni programmatiche prioritarie all’attenzione del lavoro delle Associazioni territoriali e di tutta la Cia, perché siano sempre più parte integrante del suo progetto di sviluppo: un grande impulso deve essere dato al metodo di lavoro integrato nell’organizzazione, alla pratica del mainstreaming, cioè alla possibilità di arricchire le politiche e l’organizzazione dei servizi con le proposte e le esperienze delle donne. Tra gli esempi concreti da valorizzare ed estendere si segnalano la rete dei Comitati per l’imprenditoria femminile nel sistema delle Camere di Commercio, i coordinamenti delle donne delle organizzazioni agricole e d’impresa, il progetto Sinergia tra Donne in Campo e Inac. Infine ha sottolineato che per poter far proseguire e consolidare la crescita di Donne in Campo, occorre una svolta organizzativa. Occorre cioè che più organizzazioni territoriali della Cia autorizzino incarichi di lavoro dedicati, anche a tempo parziale, da parte di imprenditrici e di funzionarie, che un numero maggiore di organizzazioni territoriali prevedano risorse, tempo e attenzione per superare le diffuse condizioni di volontarismo non più sostenibili.
Numerosi gli ospiti intervenuti all’incontro, oltre 120 i presenti, e numerose le testimonianze delle imprenditrici di “ieri” che con toni toccanti hanno dato testimonianza del loro ruolo, non riconosciuto, e del loro pesante lavoro nelle aziende agricole, e delle “donne dei campi” di oggi, che hanno rivendicato con orgoglio un forte legame con il passato ma anche l’orgoglio di un riconoscimento sociale acquisito.
Alla conclusione dei lavori i presenti sono stati allietati con un breve intrattenimento di canti popolari del Coro delle mondine di Medicina.